MARCO PANTANI, IL PIRATA DI ROMAGNA
Capita a molti ancora di piangere, quando si rivedono in televisione le
immagini del Pirata in bicicletta: la sua grinta, la voglia genuina di affermarsi nonostante le sfortune, e le sue origini di gregario. Marco Pantani è stato amato da tantissimi già dalle sue prime vittorie al Giro nel 1994, quando era sconosciuto gregario, perchè la gente scoprì da quelle imprese un ragazzo romagnolo umile , timido e buono, che riusciva a sognare sulla bici, e costruiva con immensa passione il suo futuro di campione. Fu amato da tutti quando nel 1998, ripresosi da spaventosi incidenti, rilanciò la sua carriera con le strepitose vittorie al Giro ed al Tour : restano incancellabili nei miti dello sport, i suoi arrivi solitari in maglia rosa ed in maglia gialla sulle vette delle Alpi italo-francesi...
Marco Pantani è amato ancor'oggi da tantissimi. Perchè la storia di Marco è la perfetta metafora della crudeltà dei tempi moderni. Dalla polvere alle stelle, e di nuovo sulla polvere in poco tempo; troppo amato questo umile gregario che si era messo in testa di diventare campione, perciò molto invidiato. Pantani faceva sempre notizia, e faceva "vendere" e dava notorietà a chi se ne occupava... la notizia dell'ematocrito troppo alto del Giro del 1999 era "troppo notizia" perchè non si mettesse in moto un infernale "circo" mediatico e giudiziario: che a parere di molti, nel caso di Pantani ha visto un accanimento davvero speciale!
La depressione e lo sbandamento che ne seguirono precedettero il drammatico e triste epilogo della sua morte, in tragica solitudine, in un residence di Rimini nel giorno di San Valentino di qualche anno fa...
A Cesenatico, nella città natale di Marco Pantani, nei pressi della Stazione Ferroviaria locale, per iniziativa della famiglia, del Comune e della Fondazione Pantani, è stata realizzata un’area denominata Spazio Pantani, interamente dedicata al Campione romagnolo. Al suo interno è possibile ripercorrere la carriera del “Pirata” attraverso l’esposizione di foto, cimeli e materiali audiovisivi. La struttura è suddivisa in 3 aree di circa 100 metri quadrati ognuna, denominate con i nomi delle montagne che Marco Pantani ha conquistato e che lo hanno reso famoso e amato in tutto il mondo: Sala Mortirolo, Sala Alpe d'Huez e Sala Bocchetta.
La visita a Cesenatico può essere occasione per scoprire il territorio dello splendido entroterra romagnolo, palcoscenico collinare degli allenamenti di Marco da ragazzo e da campione
Marco Pantani, un romagnolo, un campione
(biografia tratta dal sito della Fondazione Marco Pantani)
Le prime passioni di Marco Pantani da bambino (nacque il 13 gennaio 1970 all’Ospedale Bufalini di Cesena) furono la caccia e la pesca, come da trazione agreste romagnola, indotta dal babbo e dal nonno Sotero
Un giorno, a 11 anni, osservando i coetanei del G.C. Fausto Coppi di Cesenatico, che si ritrovavano per gli allenamenti nel piazzale antistante l’appartamento che i Pantani avevano acquistato in via dei Mille, al vispo Marco venne la folgorazione: usare sportivamente quel mezzo, fino ad allora solo un tema di gioco.
Di lì partì il suo rapporto col ciclismo, ed il 22 aprile 1984, con la vittoria in solitudine a Case Castagnoli di Cesena, iniziò la sua carriera di ciclista. Con gli anni, quella immediata e strabiliante attitudine alle salite divenne più marcata, ed i suoi successi più prestigiosi. Passavano le categorie, gli avversari divenivano sempre più competitivi, ma la superiorità di Marco sulle pendenze aumentava.
Fra i professionisti il suo talento -esploso nel Giro d'Italia del 1994- coinvolse l’intero immaginario collettivo.
I suoi scatti, il suo essere solo sugli sfondi montani, lo innalzarono a monumento sportivo italiano ed internazionale. Intere genti riscoprirono il ciclismo grazie a lui e l’audience televisiva esplose.
Nel frattempo, seppe superare incidenti di una gravità tale da scoraggiare chiunque e, tutto questo, aumentò la sua già enorme popolarità. Le vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France nel 1998, lo collocarono nel ristrettissimo novero dei Leggendari del pedale e lo posero in cima al gradino più alto del podio degli sportivi italiani contemporanei.
In un clima avverso e con un controllo che lascia tuttora aperti pesanti interrogativi sulla sua regolarità, la mattina del 5 giugno 1999, in Madonna di Campiglio, a due tappe dalla fine di un Giro d’Italia che stava dominando, fu riscontrato a Marco un tasso di ematocrito superiore al 50%: ciò significava uno stop di 15 giorni per tutelare la sua salute e l’addio alla corsa.
Per Pantani, fu l’inizio di una lunga odissea di torture. Venne posto alla gogna da fette consistenti di quei media che prima lo osannavano. Solo pochi giorni dopo, la stessa Magistratura iniziò ad aprire su di lui fascicoli e ad indagarlo. Si aprirono così per Marco le porte dei Tribunali, anche in mancanza di reali presupposti di legge. Ogni qualvolta provava a rialzarsi, parimenti un’altra Procura iniziava ad indagarlo: alla fine furono ben sette!
Sapendosi vittima di voleri superiori si lasciò andare alla disperazione, ed incontrò la cocaina.
In quel periodo, nonostante le traversie, le delusioni e l’alterazione che veniva dalla sostanza, incentivò altre voci del suo essere artista: la pittura innanzitutto.
Così come le sue ultime lettere, nonostante l’italiano stentato, seppero assumere sovente i connotati della medesima poesia che sapeva recitare in bicicletta...
Marco Pantani, il ragazzo che veniva dal mare per incantare l’agreste delle asperità imprimendo passioni e trasporti in chi lo vedeva, che sapeva cantare e dipingeva come un pittore naif, che nascondeva la tanta beneficenza, perché pubblicizzandola la vedeva come anticamera del business, trovò la morte il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini.
La sue vittorie
(tratto da I Miti di Romagna
)
Marco Pantani esordisce come professionista il 5 agosto 1992 con la squadra "Carrera Tassoni", con cui correrà fino al 1996. La prima vittoria arriva nel 1994, al Giro d'Italia, nella tappa di Meran.
Nel 1995 arriva la vittoria nella tappa di Flumsberg al Giro di Svizzera, ma sono celebri le due tappe (Alpe D'Huez e Guzet Neige) al Tour de France dove preferisce una bandana colorata sul capo al classico berrettino: il mito del "Pirata" nasce lì, sulle salite del Tour ed attira l'attenzione del grande pubblico e dei media internazionali.
Nello stesso anno vince il bronzo ai Campionati del mondo di Duitama in Colombia, ma è in agguato il primo dramma della sua carriera: il terribile incidente alla Milano-Torino. Le circostanze lo costringono a lunghe cure e a saltare un'intera stagione.
Nel 1997 riprende le gare passando alla Mercatone Uno, ma la sfortuna sembra ancora perseguitarlo: una caduta al Giro (25 Maggio, tappa di Castrovillari) lo costringe al ritiro, poi si riprende al Tour dove vince la tappa dell'
Alpe D'Huez e di Morzine.
Il 1998 è l'anno di una straordinaria impresa: Marco Pantani, indomabile in salita, vince il Giro d'Italia (si impone nelle tappe di
Piancavallo e Montecampione) e subito dopo vince il Tour de France. In Francia vince le tappe di
Plateau de Beille e Les Deux Alpes, prima di arrivare al Parco dei Principi, a Parigi, da trionfatore in maglia gialla.
Con questa impresa Pantani entra a pieno merito nell'élite dei campionissimi che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno.
Il 1999 comincia alla grande: Pantani sembra destinato a dominare ancora in Italia e all'estero. Al Giro si prende la maglia rosa e vince ben quattro tappe (
Gran Sasso, Oropa, Pampeago, Madonna di Campiglio).
Proprio sulle rampe della strada che sale da Pinzolo verso la località delle Dolomiti di Brenta se ne va solo, alla sua maniera, con uno scatto secco, per tutti irresistibile.
E' l'ultima volta che il mondo vede il vero Marco Pantani.
Il mattino dopo quella trionfale vittoria a Madonna di Campiglio, viene fermato: un controllo rivela che il suo ematocrito è troppo alto, fuori norma. E' un dramma personale che comincia: Pantani deve lasciare il Giro che credeva già suo. L'inattività agonistica che va dal 5 giugno 1999 sino al 22 febbraio 2000 e dal 24 febbraio al 13 maggio 2001, sarà probabilmente la sua condanna.
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