MAZAPÉGUL

MAZAPÉGUL Anche in Romagna, come nel resto d' Italia, sopravvivono ancora oggi un’insieme di superstizioni e credenze che traggono origine dalle religioni delle popolazioni celtiche che prima dei Romani abitarono queste terre. Il Mazapégul è una di queste, un simpatico e dispettoso folletto che passa le notti ad infastidire le giovanifanciulle. Lo troviamo oltre che con il nome di Mazapégul anche Mazapeder Mazapigur Caicarel e fuletà; si tratta di un esserino molto piccolo, ibrido tra il gatto e lo scimmiotto, di pelame grigio, con un berrettino rosso sul capo. Trattandosi di uno dei tanti Incubi, demoni appartenenti alla tradizione Romana, è un vero maestro nel provocare peso al ventre e orribili sogni. Il Mazapégul è responsabile del senso di soffocamento e paralisi che opprime talvolta chi dorme, “si corica con le donne, e le fa sue”; disturba anche gli animali della stalla, e soprattutto i cavalli, che si trovano al mattino coperti di sudore e adorni di trecce alle code e alle criniere.
Entra di notte nelle stanze leggero come il vento, gira da un mobile a quell’altro e si ferma sul letto di una bella ragazza della quale ha la passione, sospirando: ad bëll òcc! ad bëll cavéll! (che occhi belli! che capelli belli!). Se la donna gli è affettuosamente sottomessa le fa la calza e le rassetta le stanze, ma se la donna l’ha deriso o, peggio, ha preferito a lui il fidanzato o il marito la scuote, la morde, la graffia, le strizza le carni, la spettina oppure le nasconde gli oggetti più disparati.
Egli entrando nella casa lascia il berretto rosso sul pozzo. Se qualcuno si avvicna al pozzo e getta il berretto di lana nell’acqua si è salvi dalle sue passionate insistenze. Accovacciato sul pozzo lamenterà per lunghe notti la sua cattiva sorte e si lamenterà: dam indrì e’ mi britin! dam indrì e’ mi britìn ! (dammi indietro il mio berettino). Infatti privo del berretto, lo spiritello perde i suoi singolari poteri.
Numerosi sono le accortezze prodotte dagli abitanti delle campagne per tenere lontano questo essere che incarnava sensualità e passione erotica: dal forcone posto sotto al letto o nelle stalle, alla scopa davanti alla porta, all'inevitabile ricorso al sacerdote-esorcista.